Lo scautismo oggi
Lo scautismo oggi
1 - La nuova atmosfera della pedagogiaFra il tramontare del secolo scorso ed il sorgere del nuovo secolo, sono sorti i fermenti della nuova pedagogia, fervore di trasfigurazione e di superamento del positivismo da un lato ed dall'intellettualismo dall'altro, sia in campo pedagogico che in campo filosofico e sociale.
Non che questi fermenti siano sorti ad un tratto: già lungo il corso dei secoli precedenti s'erano andati addensando dati
positivi e voci nuove che lasciavano preludere, ad averle sapute udire, lo sbocciare della cosiddetta "rivoluzione copenicana" dell'educazione: porre al centro dell'interesse educativo il fanciullo come esigenza profonda, sentita ed attuata del rispetto della spontaneità, degli interessi vivi, concreti, reali dei fanciullo stesso cui l'educatore avrebbe dovuto coscienziosamente e decisamente adeguare la sua azione.
Fu chiamata dunque "rivoluzione copernicana" dell'educazione e si voleva così indicarne la corrispondenza alla "rivoluzione copenicana"- operata da Kant in campo filosofico, sottolineando l'elemento soggettivo del problema filosofico stesso. Ma noi sentiamo riecheggiare in questo movimento nuovo, il cui fermento non può ancor oggi dirsi completamente esplicitato ed incarnato nelle attuali realizzazioni concrete di iniziative pedagogiche, il "Sinite parvulos" del Maestro Divino.
Sorsero così i movimenti della "scuola attiva" e movimenti sempre improntati all'attivismo, ma a più largo raggio
poichè l'orizzonte scolastico è di per sé insufficiente a comprendere ed esaurire tutta la vita del giovane. Se una unilateralizzazione dobbiamo rilevare nell'orizzonte della pedagogia contemporanea e particolarmente italiana, è proprio quella di essersi soffermata ad approfondire quasi esclusivamente il problema della educazione nella scuola. Accanto ai pedagogisti dell'educazione nuova, nascono esperienze e realizzazioni numerosissime che di questo fermento portano il segno: caratteristica comune l'impronta dell'ambiente nazionale in cui sono sorte.
Fra esse si pone all'attenzione lo Scautismo di Robert Stephenson Baden-Powell che assorbe ed esplicita in una sintesi originale il sentire dei tempi e, nato in Inghilterra con caratteristiche anglosassoni, a differenza dei movimenti coetanei, ben presto si allarga e si sviluppa a dimensioni mondiali in relazione all'esperienza cosmopolita di Lord Robert ed al suo spirito umano largamente comprensivo. Allorchè B.P. (come convenzionalmente viene oramai denominato il fondatore del movimento scout degli esploratori di tutto il mondo) all'inizio di questo secolo radunava un gruppetto di ragazzi dei sobborghi di Londra nell'isola di Brownsea per il primo esperimento di vita scout, o rilevava, portato dalle vicende di una guerra che non approvava, le meravigliose capacità di iniziativa dei giovani durante l'assedio di Mafeking nella campagna contro i Boeri, egli non sospettava gli sviluppi futuri del movimento cui stava per dare l'avvio.
Frattanto P.B., a contatto con orizzonti e mondi sempre più vasti per ragione della sua carriera militare e dello scoutismo, veniva portato ad aperture sempre più ampie. D'altro lato erano i ragazzi, i giovani, le ragazze stesse che insistevano e facevano pressione su di lui perchè prendesse in mano il timone di questa piccola barca che sarebbe diventata ben presto solida imbarcazione. Fu così che accanto agli esploratori (dell'età dai 12 ai 16/17 anni) sorsero i lupetti in cui lo Scautismo è dimensionato all'età del fanciullo dagli 8 agli 11 anni. Successivamente quando gli esploratori si fecero più adulti, Baden-Powell si trovò di fronte alla esigenza di dimensionare lo Scautismo all'età oltre i 17 anni e nacque la terza branca dell'educazione scout: il roverismo.
Nel 1910 assieme alla sorella Agnese, B.P. dava l'avvio anche al movimento scout femminile, il quale assunse particolare importanza e sviluppo dopo l'ultima guerra. In Italia il movimento scout femminile cattolico sorse per opera di Giuliana di Carpegna, sorella dei primo capo scout dell'A.S.C.I. Conte Mario di Carpegna, fra il 1944 ed il 1945.
Lo Scautismo nato, dunque, dall'osservazione di una scuola fallimentare e pedantesca, dall'osservazione della insufficienza degli educatori, degli insegnanti e di una situazione ne-gativa della famiglia e della gioventù inglese, nato dalla preoccupazione per le sorti della società anglosassone, si libra ben presto alla considerazione dei destini della comunità umana ed alla situazione negativa della gioventù dell'epoca nostra. Lo Scautismo nato come rimedio per la gioventù inglese, nato per le istanze dei giovani inglesi che vivevano intorno a Baden-Pawell (i giovani sanno accogliere le istanze positive purchè si porgano e si sappiano porgere), divenne ben presto rimedio per i giovani di tutte le nazioni: ß.P. stesso ebbe a dichiarare la larga adattabilità dello Scautisrno alle esigenze, alle possibilità, alle dimensioni dei vari popoli ed anche delle varie situazioni.
Vorremmo perciò sottolineare con il valido aiuto di Aldo Agazzi, che lo Scautismo è "non un metodo scolastico, è assai di più; è un sistema di vita connesso con una speciale, "coerente", tecnica e didattica formativa".
2 - Valore pedagogico dello Scautismo
Da questo breve scorcio storico che ci ha portato ad una definizione dello scautismo, possiamo
trarre alcune osservazioni che saranno illuminate ed illumineranno a loro volta quanto si andrà dicendo.
E' stato affermato da Mario Casotti, che se la pedagogia moderna in generale dimostra una più approfondita sensibilità verso i problemi psicologici e metodologici, tuttavia essa non possiede ancora od ha perduto una chiara visione dei fini da perseguire; perciò essa non è destinata a realizzare in concreto una educazione adeguata alle esigenze dei tempi. Già Jacques Maritain avvertiva nella sua "Educazione al bivio" essere massimamente pericoloso per l'educazione perdere la chiara coscienza e consapevolezza dei fini da raggiungere.
Di fronte a questa affermazione, che in verità rispecchia la situazione di larghi strati della pedagogia ammalata di irrazionalismo e di pragmatismo, oggi, dominanti, abbiamo pensato anche allo Scautismo. Non che se ne voglia fare una apologia `malgré tout'. Vorremmo più oltre anche indicare i limiti dello Scautismo stesso. Ma non possiamo non sottolineare il profondo equilibrio esistente in esso, equilibrio che promana dalla singolare personalità del fondatore. Dotato di fine intuito psicologico, ha saputo cogliere senza pre-concetti (ci riferiamo al senso etimologico della parola), con metodo induttivo, diremmo scientifìco se non mancasse la sistematicità della induzione, il ragazzo vivo con le sue esigenze: al centro della sua attenzione dunque il ragazzo come è nella sua personale situazione psicologica; su di essa ha costruito coerentemente il suo metodo e ad essa ha adeguato i fini prossimi, immediati del movimento.
Ma non senza una chiarezza di fini ultimi, definitivi ha poi iniziato e condotto il movimento, Baden-Powell. Egli soleva indicare gli scopi dello Scautismo nei cinque punti ormai famosi e che riportiamo traducendoli in termini più attuali: educazione al vigore fisico, sviluppo dei vari fattori psicologici (destrezza abilità, sviluppo di una retta affettività, di una acuta osservazione, di una buona memoria, della intuizione, della motricità, ecc.) formazione di una vasta ed aperta cultura e di una volontà realizzatrice, formazione al servizio del prossimo ed al servizio di Dio. Ed il punto, a nostro modo di vedere, sta in questo, che lo Scautìsmo, come si è visto, non è nato nella mente di un pensatore. E nemmeno è nato dalle preoccupazioni di un pedagogista o dalle osservazioni di un educatore. E' nato dalle istanze dei ragazzi del popolo. Un giorno, quasi per caso, B.P. ne portò un gruppetto a campeggiare. Non lo lasciarono più in pace. 1 più piccoletti seguivano i fratelli adolescenti.
Gli adolescenti divennero giovani. Ai ragazzi si accodarono le sorelle: ecco come sorse, spontaneamente, il movimento scout, il grande gioco".
Lo scautismo come ideale di vita e come metodo presenta, dunque, una integralità di visione: abbraccia tutto l'individuo, in tutta la sua estensione esistenziale e ne informa la vita in una completezza di apertura. Ci troviamo di fronte ad un ideale il cui metodo, la cui didattica educativa in base ad un identico spirito ed a semplici principi (dare la responsabilità, mettersi al servizio del prossimo, valorizzare il gioco e l'attività, fondarsi sul senso dell'onore, ecc.), si articola e permea con dinamica irresistibile, con varie dimensioni, le varie età del giovane ed anche delle fanciulle. Non solo, ma in base a questo metodo ed a questo ideale, vengono espressi indirizzi validi non per una semplice occupazione di "tempo libero", ma per una educazione integrale, per l'educazione familiare, religiosa e scolastica, per l' ieri, ma pure anche per l'oggi.
Questi indirizzi si sono dimostrati validi per realizzare uno scautismo anche fra i fanciulli, le fanciulle minorate fisiche, gli scouts così detti "malgré tout" e perfino per i ragazzi degli istituti di rieducazione. Il significato del primo campo scouts di Brownsea fu proprio in questo senso: molti erano ragazzi che forse sarebbero i finiti in casa di rieducazione. In ogni ragazzo, avverte il fondatore, c'è almeno un 5 % di buono: occorre saperlo sviluppare e subito, presto e bene, prima che amare esperienze di vita soffochino anche irrimediabilmente il fermento di aspirazione al progresso ed alla perfezione che sussulta in ogni essere creato. E' stato così considerata una possibilità di adeguamento dello Scautismo non solo alle varie fasi della età evolutiva, oltre che alle varie condizioni nazionali e sociali, ma anche a varie condizioni specifiche, personali.
3 - Pedagogia dello Scautismo
Lo Scautisrno si riassume nella spontanea accettazione in una "legge" continuamente rinnovata: legge di onore, di fedeltà, di onestà personale, di fiducia, di lealtà, di impegno sociale, di generosità, di coraggio, di senso del dovere, di ottimismo, di amore a Dio ed alla natura traccia mirabile della sua esistenza e della provvidente sua presenza, di spirito cavalleresco, dì amore al lavoro ed al risparmio, di capacità nel superamento delle difficoltà. Aspetti. tutti particolarmente importanti nella vita degli uomini e proprio in relazione al mondo contemporaneo.
Legge e promessa il cui impegno, posto sul piano esclusivamente positivo, è proporzionato alle forze, ai mezzi ed alla capacità dei giovani a cui si dirige e perciò pienamente realizzabile. Basti confrontare la differenza di formulazione della promessa del lupetto con quella della promessa dell'esploratore e la portata dell'impegno che richiede. Il lupetto non promette sul suo onore perchè si presume che non ne colga ancora pienamente il senso; non solo, ma promette di fare una B.A. (buona azione) ogni giorno e non, troppo impegnativamente moralmente e tecnicamente rispetto alla propria età, di aiutare il prossimo in ogni circostanza, come promette invece l'esploratore.
Si noti: si promette di fare "del meglio" e non "il meglio". Evidente preoccupazione di sottolineare il rapporto fra sforzo, capacità e situazione individuale, imprimendo cosi una dinamica senza pari al progresso di ogni ragazzo al quale non si presenta un ideale stereotipo da raggiungere, ma un ideale che si concretizza in relazione a ciò che ogni ragazzo è capace di realizzare "facendo del suo meglioâ€.
Mentre si pone l'accento su un "leit motiv" dei nostro tempo: "impegno e testimonianza", si affermano impegni precisi che allontanano le pericolose istanze di un pragmatismo per cui "impegno e testimonianza" dovrebbero svolgersi in una educazione senza pregiudizi finalistici, cosicchè "impegno e testimonianza" spingono a "scelte tanto drammatiche" da trasformare il "rischio esistenziale" nella disperazione cupa e opprimente che soffoca le nuove generazioni.
Il programma dello Scautismo può essere condensato nell'aforisma "Basta a te stesso e servi il prossimo": ridurre le proprie esigenze, essere austeri, ed aumentare le proprie capacità tecniche e spirituali per dar posto alle esigenze, alle necessità altrui, per aiutare più validamente e più efficacemente gli altri.
Anche se troviamo in questo programma di vita una accentuazione volontaristica che risponde alla fisionomia pratica e concreta del Baden-Powell ed all'ambiente culturale e pedagogico anglosassone, si tenga presente che essa non significa misconoscenza o disprezzo per il mondo della cultura. Baden- Powell avversava la cultura enciclopedica ed intellettualistica, non cultura, ma erudizione senz'anima che ancor oggi incartapecorisce una cultura solida e viva, formatrice di coscienze. D'altro lato è proprio questa accentuazione volontaristica che, a nostro avviso, ha permesso di impostare lo Scautisrno sopra un piano di concretezza e di realizzazione tale da realizzarne una rapida ed efficace diffusione in tutto il mondo.
Accanto, sta nello Scautismo un metodo che esercita potenti attrattive sui ragazzi per i mezzi impiegati particolarmente atti allo scopo, in quanto rientrano nella cerchia degli interessi e dalla situazione psicologica dei giovani. Tali mezzi portano il ragazzo in un ambiente ed in una atmosfera attiva, dinamica, fattiva, avventurosa, folkloristica, comunitaria, di vita autonoma in libertà, di responsabilità ed autogovemo: è pertanto un ambiente ed un metodo interiorizzante e dimensionato al fanciullo nel branco dei lupetti, al ragazzo nella squadriglia del reparto di esploratori, al giovane nella pattuglia dei rovers in una solida vita comunitaria in cui il capo è amico ed esemplare stimolatore: vita comunitaria di gioco all'aria aperta, di aiuto reciproco, di amicizia, di interessamento per gli altri, di impegno personale, di progresso tecnico e spirituale, di testimonianza, di spontanea attività, di approfondimento spirituale.
L'umanesimo scaut si esplicita, perciò, in una personalità ricca, dotata di un robusto allenamento fisico, di solerti capacità ed abilità, di fini sensibilità psichiche, di cultura profonda, di volontà capace di iniziativa e di autocontrollo, protesa senza riserve, ma anche senza pretese al servizio dì Dio e del Prossimo, inserita nelle aspirazioni e nei travagli del proprio tempo per portare, umilmente, il contributo di quella specifica ideale che è tratteggiato dalla legge: "Developed character and sense of service": "Sviluppare la personalità ed il senso del servizio".
4 - Scautismo - Socialità - Cattolicità
C'è chi percepisce lo scautismo di Baden-Powell come inconciliabile con una completa formazione in senso sociale vedendo nel Powell stesso una concretizzazione dell'individualimo lockiano; in altri settori, cattolici, si ritiene lo Scautismo inconciliabile con gli orizzonti della Grazia.
A nostro avviso si tratta di una affrettata impostazione culturale che, nonostante si dica moderna o cattolica, risente ancora dell'influsso della storiografia illuministica o positivista la quale tenta di racchiudere nel suo schema deterministico, un sempre ricorrente letto di Procuste, la vasta realtà della libertà umana: di Baden-Poweli, inglese e protestante, non ci sarebbe da dire che quanto c'è stato da dire fìn'ora, a ragione o a torto si discuta in altra sede, dei naturalismo, dell'empirismo, dell'imperialismo anglosassone e dell'antipapismo anglicano.
Ma voler considerare il Powell da un punto di vista dinamico, esaminandolo nel momento conclusivo della sua esperienza, comprendendolo nello spirito che lo anima, anche se le espressioni talora sono improprie per la natura pratica dei suo scrivere, si vedrà agevolmente come il preteso individualismo non sia che rispetto per il fanciullo, esigenza di educazione dimensionata al singolo, consapevolezza della dinamicità e sacralità della persona umana. Anzi, solo così si pongono le premesse per una integrale formazione dell'uomo ed una aperta formazione sociale; lo scout non dovrà essere né un fallito, né un uomo fuori dal suo mondo.
E se è vero - come affermava il Flores d'Arcais - che si può riconoscere nel sentimento d'onore powelliano tratti caratteristici dell'individualismo del gentlement inglese, tuttavia nello scoutismo esso acquista un significato nuovo. Non si trova in esso nessuna traccia dell'esteriorità convenzionale attribuita al sentimento dell'onore dal Locke. Si tratta qui di un'autentica virtù personale data da quella conquista, da quel progresso che ognuno riesce a darsi di fronte a Dio ed a sé stesso; piuttosto che esclusivamente o prima che di fronte agli altri. E' in questo accento di impegno di fronte a sé e a Dio, innanzitutto, che si pongono le basi di quella cosciente responsabilità di ognuno che rende fattiva una educazione personalistica e rende possibile la partecipazione dei giovani all'edificazione della propria personalità e della società.
Persona e società non sono concepiti nel pensiero di Lord Robert come dialetticamente contrapposti: così sul piano sociale, come sul piano personale egli si inserisce nella piena accettazione dei principi filosofici e religiosi del cristianesimo che sono il fondamento della civiltà europea.
Questo fondamento, cristiano ed umano, che proviene proprio dalla educazione cristiana avuta da B.P. viene reso pienamente vitale ed operante in pieno dall'inserzione nella dimensione soprannaturale. La parola dei Pontefici, anche ad es., in occasione del raduno internazionale scout del Canadà, tolgono ogni dubbio al proposito. Negli scritti di B.P. infatti si rilevano elementi tutti, che favoriscono e preparano un terreno fertile al germoglio della vita soprannaturale allorchè Dio ne largisca il dono e l'uomo sappia esserne degno.
Abbiamo trovato, invece, interpretazioni dello Scautismo o meschine o parziali o laiciste. Quest'ultima posizione fu la causa della separazione nel 1916 dell'A.S.C.I. (Associazione Scautistica Cattolica Italiana) dal C.N.G.E.I. (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) sorto fin dal 1914 in relazione alle esperienze, che risalgono al 1910, delle "Gioiose" di Genova capeggiata da Mario Mazza, primo esperimento di scautismo in Italia e di scautismo cattolico. Non riusciamo a concepire uno scautismo non confessionale con il reciproco rispetto di ogni credenza religiosa, perchè così l'ha concepito il fondatore.
Dal canto nostro, ci preme affermare come, se B.P. non ha affrontato il problema della vita soprannaturale della Grazia, e non poteva affrontarlo dato la sua educazione cristiana-protestantica, con anima serena, e "naturaliter, christiana", non ha posto elementi che la osteggino.
5 - B.P. Oggi
Sullo sfondo di Baden-Poweli, della sua vita e della sua storia, sta il suo tempo. E sta egli davanti al suo tempo, con la sua coscienza di uomo che discerne e sintetizza. C'è nello sfondo l'individualismo promanante da Hobbes, il fermento nazionalista, classista che trae le sue origini da Hegel e trabocca nel socialismo di Marx, c'è un democratismo effervescente che trae vita dalla Rivoluzione francese, ed il tutto incarnato in strutture operanti nella società di allora e di oggi. C'è nello sfondo l'individualismo ed il naturalismo pedagogico alla Rouseau, ma anche il nazionalismo ed il sociologismo pedagogico di Giorgio Kerschensteiner, assieme allo psicologismo di Durkeim, al democratismo pragmatistico ed al tecnicismo della pedagogia del Dewey, al comunismo di Paolo Nartop e di Anton Silvio Makarenko.
Sorgono accanto le varie esperienze del metodo dei pro- getti della scuola di Winnetka, della scuola di Badakes, della scuola "des Roches", della scuola di Abbotasholm e di molte altre iniziative.
Tutto questo ci dice che l'originalità del Powell è l'originalità di una sintesi nuova. Tracce dei suoi metodi e dei suoi sistemi, del suo spirito, si individuano facilmente da secoli fin da Vittorino da Feltre e da Comenio.
Tutto questo ci dice ancora che in Baden-Powell c'è una struttura solida ed una mentalità comprensiva che, se coglie il senso ristoratore della natura e la funzione educativa del contatto con la natura per ricreare lo spirito e ridimensionare l'impegno, non cade nel naturalismo; se coglie il senso dell'individuo non cede all'individualismo od ad un senso demagogico della democrazia; se coglie il senso della società non cade nel socialismo materialista; se coglie il senso e l'importanza di un metodo non cade nel didatticismo tecnicista; se coglie il senso della cultura non cade nell'intellettualismo; se coglie il senso dei concreto non cade nel pragmatismo ed, infine, se coglie il senso della religiosità, non la chiude agli orizzonti più vasti, sebbene non conosciuti almeno volutamente e coscientemente, della Grazia.
Valorizzò il primitivismo in quanto custode di tesori spirituali che i moderni hanno forse perduto, ma si guardò bene dal negare il senso positivo del progresso tecnico; volle solo indicare che ad esso occorreva far seguire il progresso della cultura: quel progresso della cultura che molte volte popoli primitivi ebbero ed hanno più impellente che altri.
Ebbe profondo il senso della democrazia e la sua è una educazione a fondamento democratico e punto demagogica o formalistica. La grande fraternità internazionale scout si apre a milioni di aderenti: la più grande e singolare fraternità di giovani è tale da superare le barriere di ogni nazione, razza, lingua e religione. Ma non tale da superare le barriere del totalitarismo che, ove giunge, soffoca ed ha soffocato, questo movimento di giovani. Così in Italia, come in Austria, come in Germania, come in Estonia od in Polonia, od in Ungheria od in Russia, ed in Giappone, anche se i regimi dittatoriali nell'organizzare i giovani, si rifanno palesemente al metodo scout. Si rifanno al metodo scout, ma non possono rifarsi alla spiritualità dello Scautismo che ad essi, sul piano dei valori dello spirito, è costituzionalmente opposta.
Vi è dunque nel fondatore dello Scautismo una sana, equilibrata sintesi cristiana che salva dalle strettoie di ogni unilateralisrno come visione, come struttura, come dinamica educativa.
Per questo lo sentiamo vicino agli assertori cristiani del rinnovamento pedagogico. Lo sentiamo vicino a Beniamino Kidd, a Otto William, a Federico Paulsen, ad Eugenio Devaud, suoi coetanei. Vicino, ma tuttavia profondamente diverso: sulla scia di Don Bosco e del Pestalozzi ed assai prima, sulla scia di Vittorino da Feltre, non ha elaborato una teoria pedagogica, ma ha agito e costruito, non senza riflessività, si intende, ché altrimenti sarebbe finito in un pragmatismo od in un empirismo di cattiva lega, ma sempre in modo eminentemente pratico, vicino alla mentalità della maggior parte degli uomini. Dalla dinamica dell'azione, dal fatto concreto, con stretta consequenzialità, sono sorti i corollari della sua azione educativa.
E' per questo infatti che sotto la trama dell'azione si scorge e si intuisce un ben concepito piano ed indirizzo pedagogico. Non ha elaborato un sistema educativo e didattico per la scuola, ma per tutta la vita e la personalità dei ragazzo; sistema articolato, graduale, adeguato che integra e collabora con l'azione della famiglia, della scuola, della società e della religione.
Di qui la fortuna e l'espansione dei movimento scout che in oltre sessanta nazioni conta milioni e milioni di iscritti che si sforzano di osservare la stessa legge e la stessa promessa, costituendo il più grande movimento e la più grande fraternità giovanile del mondo, fraternità giovanile aperta alla società ed al futuro con intenti di pace e serenità.
La società odierna saprà cogliere questa apertura?
6 - Il metodo scout
Il metodo scout sollecita il ragazzo attraverso un'atmosfera in cui si colloca l'azione educativa, attraverso il gioco all'aria aperta, la tecnica e la vita comunitaria di gruppo. Fantasia e realtà, attività individuale e comunitaria sono ben proporzionalmente equilibrate: ad una atmosfera fantastica o immaginosa si contrappone il piano reale della tecnica, alla vita comunitaria si contrappone l'impegno personale nel gioco.
Acquisizioni tecniche individuali impegnano il giovane e il gruppo ad arricchire il proprio patrimonio di capacità, ne attivizzano l'iniziativa e la curiosità, lo spingono al progresso, ne sviluppano l'osservazione, l'induzione, la rapidità, il coraggio, l'impegno; sperimentano ed orientano attitudini particolari.
Il gioco ed il grande gioco nell'entusiasmo del loro travolgente ritmo, pongono su un piano educativo, in senso stretto, l'attività che è fondamentale dei ragazzi e dei giovani, quell'attività dove i giovani saggiano le loro possibilità di avere mordente sulla realtà esterna che li circonda: lo scautismo è stato definito `il grande gioco' e non tanto per riferimento al grande gioco dello spionismo colonialista inglese quale troviamo nel Kipling, ma perchè `il gioco' è assurto ad elemento fondamentale dell'educazione scout, assieme a quella atmosfera fantasiosa della "jungla" per i lupetti, immaginosa dell' `avventura' e dell' `epopea cavalleresca' per gli esploratori e simbolica della `strada' per i rovers.
Nel gioco soprattutto si ha il mezzo saliente per lo sviluppo delle facoltà fisiche, psichiche, morali, intellettuali e sociali: l'insegnamento tecnico e l'insegnamento morale tradotto in gioco e trapassato dai più anziani ai più giovani, dal capo- squadriglia all'ultimo arrivato, il novizio, hanno la migliore probabilità di inserirsi con profondità e solidità nelle fondamenta umane di ogni scout.
E gioco all'aria aperta, nell'ambiente ristoratore della natura, pieno di imprevisti e di novità meravigliose. In un ambiente così spontaneo, limpido e libero, le prove tecniche si sviluppano in attività tecniche ed imprese che hanno il significato non solo di impegno personale ma anche di acquisizione di capacità per il servizio dei prossimo, il cui esercizio è insieme fine e mezzo dell'educazione scout.
La dinamica della vita in gruppo è dimensionata alle varie età e si articola nella sestiglia del branco dei lupetti, nella squadriglia del riparto di esploratori e nella pattuglia del clan dei rovers. Nel. gruppo, ognuno esercita, con responsabilità, precisi incarichi personali che arricchiscono l'individuo nella misura che contribuiscono alla vita dei gruppo. Ed infine "una legge", “una promessa", "un motto", "del nostro meglio" per i lupetti, l'evangelico "Estote Parati" (inglese "By Prepared") per gli esploratori, e "Servire" per i rovers.
Così il piano dell'educazione scout non si scosta dalla psicologia dei ragazzo e dal suo graduale sviluppo; ad ogni età ed in misura diversa, si differenzia ed articola in branche, in tappe successive.
7 - Lupetti, esploratori e rovers
Il fanciullo egocentrico, vivace, fantasioso viene inserito, dunque, nel branco dei lupetti in cui vive una vita felice di giochi semplici, immerso in una atmosfera fantastica, quella della jungla ed ispirata ai volumi dei Kipling. Qui inizia un incipiente adattamento alla vita in gruppo in una comunità abbastanza larga per le sue possibilità di relazioni sociali.
Il ragazzo, l'adolescente bramoso di affermazione e di emancipazione realizza se stesso ma in armonia e cooperazione con gli altri coetanei nella squadriglia dei riparto di esploratori. Il gioco dell'esplorazione è tuttavia un gioco gradualmente sempre più complesso ed impegnativo fino al grande gioco di notevoli dimensioni come vastità, tempo e numero di partecipanti: l'atmosfera non sarà più fantastica, di favola. Il ragazzo ha esigenze più realistiche: sarà un'atmosfera avventurosa, carica di imprevisti e di novità, vissuta in libertà, all'aria aperta con la propria squadriglia per apprendere, ricercare, scoprire e cimentarsi in imprese gioconde, appagando il desiderio di svago e di iniziativa di adolescente. La vita comunitaria nella squadriglia è intanto divenuta più personale e più responsabile. La squadriglia è quel gruppo di amici esploratori che viene guidato dal migliore di essi, ritenuto tale e dai componenti la squadriglia e dal capo del riparto di esploratori.
Il giovane che punta alla propria autonomia, la realizza nella fraterna solidarietà dei clan dei rovers mirando, nel tirocinio severo ed austero della vita all'aria aperta a contatto con la natura, alla completa formazione personale e sociale. Sussiste nel roverismo la caratteristica forma di gioco dell'adulto, il gioco sportivo, visto più come allenamento fisico che come agonismo campionistico e, mentre si punta, appunto, alle realizzazioni vitali, l'atmosfera non sarà più né fantastica, né immaginosa, ma semplicemente simbolica: la strada, quella strada che ognuno deve compiere passo passo fino in fondo alla vita, piena di amarezze, di difficoltà, ma anche di gioie, strada che merita di percorrere fino in fondo. Rover (francese `routier') significa: `uomo della strada, colui che cammina'. Si matura così un operante inserimento nella società mediante un servizio che ogni rover deve scegliere ed impegnarsi a compiere nella vita, sia in relazione alla propria attività professionale,
sia oltre la propria attività professionale.
Dal gioco fantasioso al gioco per imparare, alla realizzazione nella vita. Dalla attività favolosa nel branco, all'avventura nel riparto, alla conquista di una strada personale nel clan. Dalla inserzione in gruppi più vasti a quella in gruppi meno vasti ma rnaggiormente specializzati ed in cui l'individuo si colleghi potenzialmente con tutto il prossimo. Dal gruppo educativo all'inserzione nel gruppo professionale, sindacale, all'inserzione nella famiglia, nello Stato, nella comunità internazionale. In questa prospettiva profondamente umana, lo Scautismo cattolico ha sostituito alla vaga forma di religiosità di B.P. la ben precisa religiosità cattolica, potenziando l'umanesismo scautistico cristiano con il suo innesto nell'albero vitale e vitalizzante della Grazia del Cristo e, partendo dalle premesse umane, tecniche dello Scautismo, lo ha elevato al piano soprannaturale, usando il metodo in vista della formazione del cattolico e svolgendo logicamente e completamente le premesse
dello Scautismo fino alla formazione dell'uomo "santo".
Tra una ancor superstite educazione paternalista e moralista e deformazioni della educazione sociale in senso che oserei dire democraticistico e demagogico, di fronte ad "una" scuola non ancora, in gran parte, liberatasi dalla pesantezza dell'erudizione nonostante sforzi intelligenti di numerosi pedagogisti contemporanei, di fronte ad "una" famiglia borghese più preoccupata del successo estrinseco, del "diploma" che di una solida formazione, le prospettive dei movimento scout sembrano essere di rilievo, nonostante la incomprensione e la dimenticanza in cui giacciono i problemi dell'educazione in largo strato della società attuale. Pare oramai quasi scontato che le forze politiche forse troppo poco (ma in altri casi fin troppo) si preoccupino di questo settore, dimenticando che in esso sta il fondamento della edificazione della società. Per non parlare della discordanza fra l'attivismo scautistico, il pavore educativo di ambienti familiari, le mistificazioni di ambienti scolastici
che non abbiano ancora subito il benefico influsso delle correnti della "scuola nuova"; per non parlare delle discordanze fra l'austerità dello scautismo e l'impazzare. di vasti settori del mondo contemporaneo.
In sede di realizzazione si evidenziano, ovviamente, deficenze; si incappa in pericoli.
Elemento decisivo nell'educazione e nell'educazione scout, è la personalità del Capo-educatore. B.P. ha finemente tratteggiato questa figura di "uomo-fanciullo", così giovane di spirito per porsi sul piano dei giovani, ma così maturo da saper cogliere e render positive le loro esperienze. Al contrario rivestono, non di rado, questo ruolo, o capi troppo giovani, non sufficientemente preparati ed inesperti, od anche uomini fin troppo anziani, ma che la continua vita accanto ai ragazzi ha fermato concezioni sociali a stadi affettivi appena adolescenziali con grave impedimento e danno ad una normale e completa rmaturazione e formazione umana degli scouts ad essi affidati i quali non potranno avere maturità, senso di equilibrio e capacità di sintesi da chi ancora non l'abbia raggiunta per sé.
Ancora: esistono capi le cui concezioni e conoscenze non sono sufficientemente aperte sulla vasta e larga realtà che pulsa accanto ed oltre il mondo scout. Sono necessari, in definitiva, capi che sappiano "interpretare" lo spirito dello Scautismo in funzione "hinc et nunc" di un ragazzo di un determinato ambiente, di una data regione e di un ben preciso momento storico.
Si intravede così come alcuni aspetti metodologici di Baden-Powell possano anche essere superati, altri essere di più viva attualità, ed altri ancora suscettibili di sviluppo (sviluppo implicito nello scautismo originario in quanto lo si consideri sistema di vita più che metodo; sviluppi che dai principi e dagli scopi dello Scautismo prendono limiti, linee e validità).
E sussiste anche il pericolo di un bloccaggio al momento tecnico o metodologico dello Scautismo: sono le malie del tecnicismo che incanta uomini ed educatori, seduttrice illusione del mondo contemporaneo (canto di sirena all'orecchio dell'educatore), di poter possedere l'universo e le profondità misteriose degli individui con espedienti tecnici e metodologici quasi che l'umano possa essere compreso, dimensionato, conquistato, sviluppato "more geometrico". "Esistono - ci avverte Shakespeare nel suo Amleto - più cose in cielo ed in terra, che il nostro cervello possa comprendere".
Sussiste cioè il pericolo della evasione dalla realtà data dai limiti costituzionali dell'uormo e non tanto per il lato fantastico o immaginoso dello Scautismo (potremmo definirlo lato poetico dello Scautismo, ma quale uomo può vivere senza poesia?).
Il pericolo verbo sta, dunque, nella escludente valorizzazione di alcuni elementi più appariscenti ed entusiasmanti a scapito di altri più profondi, interiori ed impegnativi.
E così anche quel primitivismo di cui già si ebbe a parlare e che tende ad essere monito perchè il progresso tecnico non sia escludente del progresso spirituale, può essere sospetto e dannoso solo per menti poco avvedute e meschine.
Deficenze, pericoli e limiti: per la incompleta formazione dei capi, per le parziali o meschine interpretazioni del medesimo, per la resistenza da parte della stretta visuale della famiglia borghese, per la caratteristica stessa dello Scautismo che, se si indirizza potenzialmente ed inizialmente a tutti i ragazzi, tuttavia non tutti i ragazzi per i più vari motivi, accolgono integralmente e fino in fondo il messaggio dello Scautismo.
Significativo, nei riguardi di questa fraternità giovanile, è, in occasione dell'alluvione nel Polesine il giudizio di un parlamentare italiano sulle attività dello scautismo italiano, l'on. Tarcisio Longoni: "Nelle più disparate circostanze, gli scouts danno prova di uno spirito civico segnalato. Professionisti, operai, studenti cancellati da una unica divisa e più da una seria convinzione sociale, li ho visti avvicendarsi in tutti gli impegni che la situazione creata dalle inondazioni imponeva. Molte istituzioni educano al pensiero di sacrificarsi per gli altri, essi hanno in più che ne forniscono l'abilità ed i mezzi. E' la prerogativa di una educazione a base di "umile concreta praticità". Hanno svolto incarichi di fiducia presso organismi governativi e militari nelle operazioni di sgombero, hanno riattivato e servito centralini telefonici, diretto squadre di operai, ma non hanno sdegnato il facchinaggio ed. il servizio delle cucine popolari aperte dalla Croce Rossa Italiana.
"Dalla fraternità che porta a dormire gomito a gomito il figlio del padrone ed il figlio della portinaia (situazione letteralmente in atto) nasce il segreto per una evoluzione che altri non sa creare con le pubblicazioni e gli altri mezzi ricchi di irnbonitura. Professano che la coscienza personale è quella che presiede agli sviluppi sociali. Nelle riviste, nelle discussioni si fanno lucide messe a punto su situazioni, movimenti, idee".
Agosto 1956
Paolo Marcon, Lo scautismo oggi, in Formazione e Politica, Roma, La Gogliardica, 1979, pp.33-50